mercoledì 31 ottobre 2012


L’acquario di Genova
Quest’anno sono andata a trovare mia nonna paterna che abita a Imperia in Liguria.
A metà vacanza abbiamo deciso di andare a visitare l’Acquario di Genova, siamo partiti in mattina presto, il viaggio è durato circa due ore.
La prima cosa che ho notato e che i muri erano pieni di disegni, sia di esseri umani che di animali. Invece una cosa che mi ha emozionato è stato quando abbiamo fatto la fila per il biglietto, chiamarla coda è fin troppo, c’erano tre persona messe in croce!
Quando siamo entrati, abbiamo fatto una foto tutti insieme dietro ad una foca gigante!
L’Acquario prevede un percorso: vi dirò gli animali che mi sono piaciuti di più :

pirania
I pirania : I piranha (nella grafia portoghese, oppure piraña secondo la grafia spagnola) sono un gruppo di pesci d'acqua dolce che vivono in fiumi e lagune del Sudamerica.
Sono piccoli ma anche molto cattivi: è per questo che mi piacciono !!!!
Cotylorhiza tubercolata, una delle meduse mediterranee
Le meduse : le meduse sono animali planctonici, in prevalenza marini, appartenenti al phylum degli Cnidari, che assieme agli Ctenofori formavano una volta quelli che erano i Celenterati.


Generalmente rappresentano uno stadio del ciclo vitale che si conclude dopo la riproduzione sessuata, con la formazione di un polipo.
E questi sono tutti i tipi che esistono sono bellissimi !!!





I delfini :
con il nome di delfini si indica comunemente un gruppo
 parafiletico di mammiferi marini appartenenti all'ordine degli
 Odontoceti e che raggruppa le famiglie Delphinidae e 
Platanistoidea, i cui membri generalmente sono di piccole
 dimensioni.
Mi sono piaciuti molto però, rispetto agli altri animali, non mi
 hanno colpito, perché li conoscevo già.

                                             Alice



L’ANTICA TRADIZIONE DI


Halloween è tra i più antichi riti celebrativi la cui origine risale alla notte dei tempi. La sua crescente popolarità anche in Europa, deriva dalla tradizione americana nella quale la notte di Halloween è la notte dei travestimenti e del dolcetto o scherzetto.

Narra una leggenda che gli spiriti dei morti durante l'anno, tornassero la notte del 31 ottobre in cerca di un corpo da possedere per l'anno successivo. 

I contadini dei villaggi, perciò, rendevano le loro case fredde ed indesiderabili spegnendo i fuochi nei camini, e mascherandosi da mostri gironzolavano tra le case per far scappare di paura tutti gli spiriti che incontravano.


Noi oggi lo festeggiamo guardando film 
di paura o travestendoci con vestiti paurosi facendo spaventare gli amici!!!






          




giovedì 25 ottobre 2012


Una giornata a Ondaland

Una delle giornate migliori delle mie vacanze è stata quella trascorsa ad Ondaland.

Ondaland si trova a  Vicolungo vicino a Novara, ed è un parco acquatico fantastico con tre grandi piscine, una con le onde e le altre con gli scivoli.
Sono andato con l’Estate Ragazzi Vianney, ci siamo rimasti un’intera giornata è abbiamo provato tutte le attrazioni.
L’ attrazione migliore è stato lo space boat (detto anche cipolla), è un kamikaze!




Un altro scivolo che mi è piaciuto è il cobra, è uno scivolo su cui si va in 8 su un gommone  rotondo.


I quattro kamikaze bianchi sono davvero divertenti, anche se si sbatte la testa!


MARCO.N

mercoledì 24 ottobre 2012

KARATE
Questo per me è il 6° anno che pratico karate.
il karate è un’ arte marziale nata ad Okinawa in  Giappone, prevede la difesa a mani nude, senza l'ausilio di armi.

KATA

Comprende il kata , un esercizio individuale o a squadre che rappresenta un combattimento reale contro più avversari immaginari, e il kumite, l'incontrarsi con le mani: nel confronto reale come in quello di palestra è necessario un avversario. Lo scopo del vero combattimento è quello di abbattere l'avversario, quello del kumite è la crescita reciproca dei praticanti.

KUMITE

Nel karate ci sono vari livelli a seconda del colore della cintura:
 Bianca - Gialla - Arancione - Verde - Blu - Marrone - Nera

Io adesso indosso la cintura marrone e se tra 2 anni vinco un campionato italiano avrò la nera.

COSA SIGNIFICA LA PAROLA KARATE
Kara significa vuoto e te significa mano.
La parola giapponese karate, nel complesso, si compone di vuoto e pugno. 
OKINAWA

    
La palestra in cui mi alleno si chiama Funakoshi Torino, questo nome deriva da un grande maestro di nome “Gichin Funakoshi”.
E’ una bella cosa imparare un' arte marziale, però ci vuole tanto sacrificio.

                                                                                     STEFANO FISCINA
Comprende il kata , un esercizio individuale o a squadre che rappresenta un combattimento reale contro più avversari immaginari, e il kumite, l'incontrarsi con le mani: nel confronto reale come in quello di palestra è necessario un avversario. Lo scopo del vero combattimento è quello di abbattere l'avversario, quello del kumite è la crescita reciproca dei praticanti.

KUMITE

Nel karate ci sono vari livelli a seconda del colore della cintura:
 Bianca - Gialla - Arancione - Verde - Blu - Marrone - Nera

Io adesso indosso la cintura marrone e se tra 2 anni vinco un campionato italiano avrò la nera.

COSA SIGNIFICA LA PAROLA KARATE
Kara significa vuoto e te significa mano.
La parola giapponese karate, nel complesso, si compone di vuoto e pugno.
OKINAWA

    
La palestra in cui mi alleno si chiama Funakoshi Torino, questo nome deriva da un grande maestro di nome “Gichin Funakoshi”.
E’ una bella cosa imparare un' arte marziale, però ci vuole tanto sacrificio.

                                                                                     STEFANO FISCINA

LO SCI

Lo sci raccoglie diverse discipline sportive invernali, accomunate dall'uso degli sci come strumento per la percorrenza di distanze su fondi nevosi.



ORIGINI


Lo sci è probabilmente il più antico mezzo di locomozione inventato dall'uomo, prima ancora della ruota. Non esiste una datazione certa dell'uso degli sci. Alcuni ritrovamenti fossili in Siberia, Scandinavia e Lapponia datano i primi strumenti di questo tipo al 2500 a.C. circa; in una torbiera di Hoting, in Svezia, in particolare, ne sono stati rinvenuti un paio in ottime condizioni di conservazione e risalenti a quel periodo. Famoso è poi il petroglifo ritrovato nell'isola di Rødøy, in Norvegia: una splendida incisione rupestre, databile intorno al 2000 a.C., che rappresenta una figura umana con ai piedi degli inconfondibili sci.
Veri specialisti degli sci furono però i Lapponi; circa 2000 anni fa calzavano uno sci lungo e sottile, quasi come quello attuale, nel piede destro, mentre nel sinistro ne calzavano un altro più corto con sotto una pelle di foca, usato per appoggiarsi e darsi la spinta. Questo particolare mezzo di locomozione era ancora in uso in Lapponia fino all’inizio del nostro secolo.
Nelle Storie di Erodoto (IV secolo a.C.) si parla di popoli dell’Asia minore con “scarpe di legno” per spostarsi sulla neve e alcuni riferimenti compaiono anche nell’Eneide di Virgilio.
È stato pure scoperto che nell’arcaico alfabeto cinese esiste un ideogramma che significa ed indica un preciso attrezzo: la “tavoletta per scivolare”. Con maggiore precisione l’uso degli sci è descritto nella Historia de Gentibus Septentrionalibus (1565) scritta da Olao Magno, arcivescovo di Uppsala e plenipotenziario del re di Svezia presso la Santa Sede.
Il primo italiano a usare un paio di sci pare sia stato il prelato Francesco Negri nel suo viaggio in Lapponia nel 1663, durante il quale raggiunse Capo Nord: egli riferisce di “due tavolette sottili, che non eccedono in larghezza il piede, lunghe otto o nove palme, con la punta alquanto rilevata per non intaccar la neve” (dal libro pubblicato postumo “Viaggio settentrionale”).
Con gli sci si possono percorrere dai 300 ai 400 chilometri al giorno, e sembra proprio che la colonizzazione dell’America sia avvenuta con gli sci ai piedi. A testimonianza di tali eccezionali risultati, nel 1888 Fridtjof Nansen (studioso, esploratore, premio Nobel per la pace nel 1922) in 39 giorni raggiunse la Groenlandia, la attraversò interamente ed arrivò infine nella baia di Baffin (America). La sua avventura è narrata nell’opera Con gli sci attraverso la Groenlandia del 1890.
SCI COME SPORT
In Norvegia gli sci erano usati abitualmente in tutto il medioevo, e si può benissimo immaginare che qualche sfida fosse avvenuta, ma per assistere alle prime vere gare si deve attendere fino a quando, a metà dell'Ottocento, Sondre Nordheim, un abitante del Telemark norvegese (della cittadina di Morgedal) rivoluzionò lo sci, inventando lo stile detto appunto telemark e facendone uno sport. Fino ad allora, infatti, complici anche gli attrezzi, fissati in modo precario a scarpe di pelle o cuoio che non davano alcun sostegno, non esisteva ancora una tecnica per curvare e per frenare.
La prima vera gara tipicamente sportiva avvenne nel 1843 a Tromsø, sempre in Norvegia. Diciassette anni dopo, nel 1860, il re organizzò una vera e propria competizione ufficiale a Oslo, mettendo in palio la coppa Holmenkollen.
Prima della diffusione in Europa centrale, lo sci conobbe una sua fortuna dal 1854 in poi in Canada, nel Nevada ed ai confini della California tra i cercatori d'oro.
Nelle valli alpine italiane gli sci invece arrivarono con moltissimo ritardo, salvo una zona molto limitata della Carnia per una singolare circostanza: nella Guerra dei trent'anni partecipò un gruppo di soldati scandinavi, che alla pace di Vestfalia del 1648 rimasero in Carnia, trapiantandovi così questo costume, che però non fece molta presa sui valligiani.
La diffusione dello sci in Italia dovrà aspettare più di due secoli, fino al 1886, anno in cui il numismatico e alpinista Edoardo Martinori, di ritorno da una traversata in sci della Lapponia, riportò con sé il paio da lui usato, di cui fece dono alla sezione romana del Club alpino italiano, da lui fondata, suscitando un notevole interesse nella stampa[1][2].
LA MIA ESPERIENZA NELLO SCI
LO PRATICO DA QUANDO AVEVO 2 ANNI , LO PRATICO A SESTRIERE IN VAL CHISONE, NeLLO SCICLUB VALCHISONE. La mia specialità è sci di discesa.

LORENZO
FALLETTI