lunedì 14 maggio 2012

L'Uscita ai Laghi di Avigliana




“Metti tu la musica?”    “Sì, la metto io”.

Io e Alessia, sedute vicine, abbiamo ascoltato canzoni a raffica e, tra un pisolino e qualche chiacchierata, il viaggio nel grande mezzo è passato in un batter d’occhio.

La giornata era bella e nell’aria c’era ancora odore della pioggia dei giorni prima.

Presi gli zaini, con dentro scarpe e vestiti di ricambio e il necessario per pranzo e merenda, ci siamo divisi in due gruppi: noi da una parte e la 2°I da un’altra.

Il Lago Piccolo
“Il programma della giornata è: questa mattina visita al lago Piccolo, merenda, giro nel  bosco e pranzo, poi pausa di un’oretta e mezza, invece nel pomeriggio visita al lago Grande, palude e poi dentro al laboratorio per vedere alcune specie al microscopio, poi pausa di un’oretta”. Questo è stato ciò che ci ha detto Laura, la nostra guida, capelli biondi raccolti in una coda di cavallo e abiti da escursione.

Giusto il tempo per respirare un po’ di umidità e poi via per il sentiero che porta al lago piccolo, davanti a noi una conca d’acqua abbastanza limpida, un bar e qualche tavolino in legno. Una breve spiegazione sul posto e poi ci siamo avvicinati all’acqua, sempre a distanza di sicurezza, per vedere le varie specie di anatre. Ci sono voluti dieci minuti prima che quei dispettosi animali si avvicinassero, intanto Laura ci ha fatto severamente una raccomandazione: di non dargli MAI  pane o grissini, altrimenti il rivestimento delle loro uova diventa più molle e si rompe, così molti dei piccoli non nascono perché l’uovo si schiude prima.

Guardarle può sembrare una cosa noiosa, ma invece è rilassante vedere come si muovono, vanno giù e tornano su; poi, se una si avvicina troppo al territorio nell’altra, iniziano a rincorrersi velocemente.

Voi lo sapete quanti cuccioli nascono alle anatre? Io no, ma poi ho imparato che sono circa una ventina, però, per molti motivi che non sto ad elencarvi se no facciamo notte, si dimezzano sempre di più fino a diventare tre, cinque se va bene. Invece ci sono altre specie che fanno solo tre uova e quindi non possono permettersi di perdere qualche piccolo.

Finita l’osservazione su questa specie di uccelli, ci siamo avventurati nel bosco, dove abbiamo potuto ammirare vari esemplari di piante profumatissime e alcuni alberi bucati dai picchi, dove chissà quanti strani animaletti o insetti si sono andati a rifugiare!!!

Mentre camminavamo Bianca e Alessia facevano un video in cui io ero la conduttrice e spiegavo tutto ciò che c’era da sapere, ovviamente ripetendo come un pappagallo tutto ciò che diceva Laura.

Noi sul ponte di Rio Giacomino
Dopo pochi minuti di camminata tra pozzanghere di fango, che Ilaria cercava di evitare per non rovinarsi le scarpe e qualche battibecco divertente tra lei e Chloè, siamo arrivati ad un piccolo torrente, rio Giacomino. La guida ha sollevato due rocce e ci ha fatto vedere i microscopici animaletti attaccati al di sotto; mentre ce li passavamo qualcuno li guardava interessato, mentre qualcun altro, con una faccia un po’ schifata diceva “No, no dallo a lui …”.

E io? Bè io li guardavo a metà tra l’interessato e lo schifato, ma poi ho capito che non erano così male, ce ne sono molti di peggio: avrebbe potuto farci passare un verme!

Con l’invito di Laura a cercare gli esserini abbiamo iniziato a sollevare una roccia dietro l’altra per trovarli, ognuna ne aveva almeno cinque attaccati, quindi non è stato difficile. E per fortuna che avevo gli stivali da pioggia se no non avrei potuto andare alla loro ricerca.

Dietro-front, si torna ai tavolini per andare a mangiare!

Sara, Alessia, Bianca, Ilaria ed io abbiamo steso i nostri giubbotti per terra e ci siamo sedute, con sottofondo musicale della canzone scelta da Alessia e Ilaria “Love me” di Justin Bieber, a mordere panini quasi in riva al lago, mentre guardavamo tutto ciò che ci circondava.

“Prof, dove ci mettiamo per giocare a palla” “Lì dietro”.

Noi che giochiamo a schiaccia tre
Noi ragazze, scusate se lo dico, ma più furbe dei ragazzi per aver portato la palla ci siamo messe a giocare a schiaccia sette, che poi è diventato schiaccia cinque e poi schiaccia tre, man mano che le persone che si univano per giocare aumentavano. Sono venute anche Beatrice e Francesca, dell’altra classe. Abbiamo fatto dei tiri abbastanza belli, ma alcuni bager di Francesca erano davvero troppo forti!!!

Una volta ci è finita la palla nel lago e io, che ero l’unica con le scarpe adatte, sono dovuta andare a recuperarla!!!

Finita la pausa relax abbiamo preso gli zainetti e siamo saliti sul pullman, io questa volta vicina ad Ila, per cinque minuti di tragitto verso il lago Grande. Lì abbiamo cambiato guida, sempre una donna, però non ricordo il suo nome. Con lei siamo andati a visitare la palude in cerca di ranocchie, ma ne abbiamo trovata solo una, che alcuni miei compagni hanno fatto spaventare. Mentre uscivamo Mattia si è punto il braccio con le ortiche e si è messo a strillare come una ragazzina “AAA, brucia, brucia!”

E’ stata una scena abbastanza divertente, tanto che in molti ci siamo messi a ridere.

Dopo il piccolo inconveniente, siamo andati al laboratorio, dove Laura ci attendeva per farci vedere alcuni animali dello stagno al microscopio.

La Palude
Ci siamo seduti in delle sedie da università, quelle che hanno il mini banchetto girabile.

La stanza era piena di animali imbalsamati e mi faceva un certo effetto vedere la testa con gli occhioni dolci del cervo attaccata al muro che, girata in quella direzione, mi fissava.

Pensieri a parte, gli animaletti che la nostra guida metteva sotto il microscopio venivano proiettati sullo schermo e li potevamo ben vedere. Uno proprio non ne voleva sapere di stare fermo e continuava a muoversi in continuazione!!!

Dopo di che siamo tornati al pullman, parcheggiato vicino al parco e ci siamo messi a giocare. Mattia e Kevin si sono pure inventati una canzoncina su Beatrice, la sorella di Ilaria, e non smettevano di cantarla.
Il Lago Grande

Io invece la maggior parte del tempo l’ho passata con i piedi in acqua a gironzolare qua e là e a lanciare i sassi con alcune amiche.

Ormai era ora di ritornare e l’autista ci aspettava, io e Ila, sedute vicine, cantavamo in playback, anche se è una cosa sciocca, il viaggio è passato più in fretta e noi ci siamo divertite.

Consiglio a chiunque legga questo testo di fare un salto ai laghi di Avigliana, ovviamente se può, perché è un luogo interessante, immerso nel verde e rilassante.

                                                                                              Sara

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