"Pan e vin e
la pinza sovra l'camin"!
La pinza (pinsa) veneta è un dolce tipico della tradizione natalizia della mia famiglia da parte di mamma; infatti mio nonno materno è nato a Santo Stino di Livenza, in provincia di Venezia.
L'8 dicembre tutte le donne della famiglia si riunivano e iniziavano a
prepararlo in grande quantità perchè loro erano molto numerosi.
Questo dolce non lo poteva mangiare nessuno
perchè doveva essere conservato fino a Natale e poi bisognava lasciarne un
pezzettino per l'Epifania.
E' molto sostanzioso
e ricco; i suoi ingredienti sono: mezzo
Kg di farina gialla da polenta, 100gr di farina di frumento, 2 uova, 200gr di
uvetta, 200gr di noci, 200gr di fichi secchi ridotti in pezzettini, mezza busta
di lievito, una manciata di semi di finocchio, mezzo etto di burro (che in origine
era strutto), un po’ di latte per bagnare la pasta.
Tutto questo veniva
impastato e messo in una tortiera.
La cottura era lunga
3-4 ore perchè ai tempi della mia bisnonna si faceva cuocere sulla stufa,
finchè non veniva ben dorato; ma nel nostro forno ci vuole solo un'ora.
Fino a ieri non
l'avevo mai assaggiato, così mamma ha deciso di prepararlo in modo che anche
noi potessimo conescerlo; io e mia sorella abbiamo messo tutti gli ingredienti
(o quasi perchè l'uvetta e i semi di
finocchio non c'erano) dentro una scodella, però era troppo piccola e abbiamo
dovuto prenderne una molto piu grande.
Dopo ho iniziato a
mescolare e devo dire che era molto difficile perchè la consistenza era
piuttosto dura.
Poi abbiamo messo
l'impasto in una tortiera, e mamma l'ha messa in forno per un'ora.
Durante la cottura
per la casa si sentiva un ottimo profumo di burro cotto.
Tirata fuori abbiamo fatto la "prova dello
steccadente" (stuzzicadente): se ne deve prendere uno e metterlo in mezzo
alla torta, se esce bagnato vuol dire che non è pronta, se esce asciutto vuol
dire che è cotta; era pronta!
Alla vista si presenta bassa, perchè l'impasto
deve lievitare poco, e di un colore marrone-oro.
Abbiamo aspettato un po' prima di
assaggiarla, ma ne è valsa la pena perchè è veramente buonissima!
La sua consistenza è piuttosto densa perchè i
fichi e la farina gialla la rendono dura. Ha un leggero retrogusto di polenta.
E' anche poco dolce perchè allora lo zucchero era costoso e quindi se ne doveva
usare una piccola quantità.
E' un dolce rustico e
molto sostanzioso perchè veniva preparato con gli ingredienti che si trovavano
a disposizione in campagna.
La mia bisnonna
diceva sempre: "Pan e vin e la pinza sovra l'camin"!
Ilaria P.
Ilaria ci ha fornito una dettagliata ricetta, non ci resta che provarla!
RispondiEliminaGià è proprio così :)
RispondiEliminaLa descrizione del dolce è davvero bella.
...e buona!
Eliminaci hai dato un ottima ricetta!!!grazie
RispondiEliminabuono!
RispondiEliminagrazie a tutti!!!
RispondiEliminaGià, chissà che buono!
RispondiEliminaGià, chissà che buono!
RispondiEliminame ne porti una fetta a scuola? ;)
RispondiEliminanon è giusto!anch'io voglio una fetta di pandoro!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaSembra buonissima!!!!!
RispondiEliminaGrazie per averci informato, la proveremo!
è duro o morbido questo dolce?????????????????
RispondiEliminama nn mi sembara pandoro=D
RispondiEliminasn basser ke scrivo anonimo perchè nn mi ricordo piu' la pass
Andrea, questo dolce è duro, molto duro!!!
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