mercoledì 4 gennaio 2012

le tradizioni natalizie delle nostre famiglie





 "Pan e vin e 
la pinza sovra l'camin"!



La pinza (pinsa) veneta è un dolce tipico della tradizione natalizia della mia famiglia da parte di mamma; infatti mio nonno materno è nato a Santo Stino di Livenza, in provincia di Venezia.
L'8 dicembre tutte le donne della famiglia si riunivano e iniziavano a prepararlo in grande quantità perchè loro erano molto numerosi.
Questo dolce non lo poteva mangiare nessuno perchè doveva essere conservato fino a Natale e poi bisognava lasciarne un pezzettino per l'Epifania.
E' molto sostanzioso e ricco; i suoi ingredienti sono:  mezzo Kg di farina gialla da polenta, 100gr di farina di frumento, 2 uova, 200gr di uvetta, 200gr di noci, 200gr di fichi secchi ridotti in pezzettini, mezza busta di lievito, una manciata di semi di finocchio, mezzo etto di burro (che in origine era strutto), un po’ di latte per bagnare la pasta.
Tutto questo veniva impastato e messo in una tortiera.
La cottura era lunga 3-4 ore perchè ai tempi della mia bisnonna si faceva cuocere sulla stufa, finchè non veniva ben dorato; ma nel nostro forno ci vuole solo un'ora.
Fino a ieri non l'avevo mai assaggiato, così mamma ha deciso di prepararlo in modo che anche noi potessimo conescerlo; io e mia sorella abbiamo messo tutti gli ingredienti (o quasi perchè  l'uvetta e i semi di finocchio non c'erano) dentro una scodella, però era troppo piccola e abbiamo dovuto prenderne una molto piu grande.
Dopo ho iniziato a mescolare e devo dire che era molto difficile perchè la consistenza era piuttosto dura.
Poi abbiamo messo l'impasto in una tortiera, e mamma l'ha messa in forno per un'ora.
Durante la cottura per la casa si sentiva un ottimo profumo di burro cotto.
Tirata fuori abbiamo fatto la "prova dello steccadente" (stuzzicadente): se ne deve prendere uno e metterlo in mezzo alla torta, se esce bagnato vuol dire che non è pronta, se esce asciutto vuol dire che è cotta; era pronta!
Alla vista si presenta bassa, perchè l'impasto deve lievitare poco, e di un colore marrone-oro.
Abbiamo aspettato un po' prima di assaggiarla, ma ne è valsa la pena perchè è veramente buonissima!
La sua consistenza è piuttosto densa perchè i fichi e la farina gialla la rendono dura. Ha un leggero retrogusto di polenta. E' anche poco dolce perchè allora lo zucchero era costoso e quindi se ne doveva usare una piccola quantità.
E' un dolce rustico e molto sostanzioso perchè veniva preparato con gli ingredienti che si trovavano a disposizione in campagna.
La mia bisnonna diceva sempre: "Pan e vin e la pinza sovra l'camin"! 
                                                                                                                    Ilaria P.

14 commenti:

  1. Ilaria ci ha fornito una dettagliata ricetta, non ci resta che provarla!

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  2. Già è proprio così :)
    La descrizione del dolce è davvero bella.

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  3. ci hai dato un ottima ricetta!!!grazie

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  4. non è giusto!anch'io voglio una fetta di pandoro!!!!!!!!!!!

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  5. Sembra buonissima!!!!!
    Grazie per averci informato, la proveremo!

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  6. è duro o morbido questo dolce?????????????????

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  7. ma nn mi sembara pandoro=D
    sn basser ke scrivo anonimo perchè nn mi ricordo piu' la pass

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  8. Andrea, questo dolce è duro, molto duro!!!

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