giovedì 26 gennaio 2012

Heinrich Schliemann  
(Neubukow, 6 gennaio 1822 – Napoli, 26 dicembre 1890) 
 
Una delle figure più importanti per il mondo dell'archeologia per la rilevanza delle scoperte da lui compiute nel XIX secolo. Raggiunse la celebrità con la scoperta, dopo anni di ricerche e studi, della mitica città di Troia e del cosiddetto Tesoro di Priamo.
Fu il padre a trasmettere ad Heinrich l'amore per le civiltà passate, leggendo i versi dei poemi omerici e descrivendo le gesta degli eroi antichi della leggendaria città di Troia, fino ad allora ritenuta dagli studiosi solo frutto della fantasia. Nel 1829 gli venne regalato un libro di storia per bambini e rimase impressionato da un'illustrazione raffigurante Troia in fiamme e, chiedendo lumi al padre sull'imponenza delle mura, il piccolo Heinrich espresse il desiderio di ritrovarle.
Nel 1836 abbandonò gli studi e iniziò l'apprendistato presso un piccolo commerciante di Fürstenberg, dimenticò così tutto quello che aveva imparato fino a quando, sempre secondo quanto narrato nella sua autobiografia, venne colpito dalla bellezza di alcuni versi in greco recitati da un ubriaco, il figlio di un pastore locale espulso dal ginnasio per cattiva condotta e divenuto apprendista di un mugnaio. Schliemann racconta quindi di avere speso gli ultimi centesimi che gli rimanevano per comprare da bere all'uomo, purché ripetesse i versi recitati che lo avevano profondamente colpito tanto da fargli desiderare di imparare il greco antico.  Solo in seguito scoprì che erano versi tratti dall'Iliade e dall'Odissea.
Nel 1850 salpò per gli Stati Uniti d'America, dove incominciò ad arricchirsi, prestando denaro ai cercatori d'oro e in seguito si trasferì San Pietroburgo, dove qualche anno prima aveva intrapreso la carriera di commerciante.

 
Contemporaneamente iniziò a studiare nuove lingue (circa una ventina: all'inizio francese, inglese, spagnolo, ma poi anche altre come arabo ed ebraico; Schliemann ideò un metodo di studio assai efficace, infatti le prime lingue le studiò in un anno, ma le ultime, come l'arabo, in sole sei settimane) tra cui il greco antico per poter leggere direttamente le imprese degli eroi narrate dal mitico cantore.

 
Nel 1868, ritiratosi dagli affari, Schliemann si dedicò alla realizzazione dei suoi sogni, i viaggi e le scoperte archeologiche. Nel settembre del 1869 si sposò con la giovane greca Sophia Engastromenou e nel 1870 intraprese un viaggio verso la Cina e il Giappone; successivamente si trasferì in Italia, in Grecia ed infine in Turchia.
Presso la collina di Hissarlik, in Turchia, iniziò la ricerca delle mura di Troia Questa era un'altura in posizione favorevole per una roccaforte, dalla quale si poteva dominare tutta la piana circostante; seguendo le indicazioni e le descrizioni dei testi omerici, il 4 agosto 1872 Schliemann rinvenne vasellame, oggetti domestici, armi e anche le mura e le fondamenta non di una sola città, quella di Priamo, ma di ben altre otto città diverse, costruite l'una sulle rovine dell'altra
•    I strato (3000 a.C.): villaggio dell'Età del Bronzo Antico, con ritrovamenti di utensili in pietra e di abitazioni dalla struttura elementare
    II strato (2500- 2000 a.C.): piccola città con mura caratterizzate da porte enormi, presenza del megaron (palazzo reale) e case in mattoni crudi che recano segni di distruzione da incendio, che Schliemann suppose potessero riferirsi ai resti della reggia di Priamo rasa al suolo dagli Achei
•    III - IV - V strato (2000 - 1500 a.C.): tre villaggi distrutti ognuno dopo poco tempo dalla fondazione
•    VI strato (1500 - 1250 a.C.): grande città a pianta ellittica disposta su terrazze ascendenti, fortificata da alte e spesse mura, costituite da enormi blocchi di pietra squadrati e levigati, con torri e porte. La distruzione della città dovrebbe essere avvenuta intorno alla metà del XIII secolo a.C. forse a causa di un terremoto.
•    VII strato (1250 - 1200 a.C. ): la città precedente fu immediatamente ricostruita, ma ebbe vita breve. I segni di distruzione da incendio hanno indotto alcuni studiosi ad identificare questo strato come quello corrispondente alla Troia omerica
•    VIII strato (VII secolo a.C.): colonia greca priva di fortificazioni
    IX strato (dall'età romana al IV secolo): costruzioni romane edificate sulla sommità spianata della collina e rifacimento.
Nei primi scavi l'archeologo commise gravi errori (demolì costruzioni e mura che avrebbero permesso di ottenere ulteriori e importanti informazioni), ma la sua opera è ugualmente molto importante.
Il 15 giugno 1873, Schliemann effettuò una nuova e importantissima scoperta: alla base delle "mura ciclopiche" del VI strato vide qualcosa che attirò la sua attenzione; allontanati gli operai, aiutato solo dalla moglie, la greca Sophia Engastromenou, bella come l'immagine che egli si era fatto di Elena di Troia, riportò alla luce un tesoro costituito da migliaia di gioielli d'oro (per la precisione, più di 8.700), definito come il "tesoro di Priamo", che il Re aveva nascosto prima della distruzione della città.Questo tesoro era stato trovato alla profondità di 10 metri in un recipiente di rame largo 1 metro e alto 45cm.Schliemann riuscì ad esportare segretamente il tesoro in Grecia.
Attualmente quattro nazioni si contendono quel tesoro: la Turchia (dove è stato rinvenuto), la Grecia (erede della tradizione omerica), la Germania (a cui fu donato dall'archeologo) e la Russia (dove si trova attualmente).

 
Tra il 1874 e il 1876 Schliemann si recò a Micene "ricca d'oro" (come viene definita generalmente nei poemi omerici) le cui rovine erano ancora visibili e testimoniavano ai visitatori il ricordo dell'antico splendore. Seguendo le indicazioni del geografo greco Pausania, che intorno all'anno 170 aveva visitato e descritto quei luoghi, Schliemann elaborò l'ipotesi che le tombe dei sovrani della città si trovassero all'interno della cinta muraria.
Nel 1879 iniziò gli scavi  e riportò alla luce una serie di tombe a pozzo e a cupola, che la tradizione attribuisce ai membri della dinastia degli Atridi
Nelle tombe Schliemann trovò gioielli, armi, utensili, pettorali con cui erano solitamente adornati i morti di stirpe regale, maschere d'oro che conservavano ancora i lineamenti reali e non idealizzati dei defunti; tra questi credette di individuare il volto del leggendario re Agamennone.
La morte colse Schliemann a Napoli, nel 1890, mentre aspettava l'autorizzazione per nuovi scavi; si concludeva così, sul campo, la storia del povero garzone che aveva immaginato di trovare una città e i suoi tesori e che era riuscito a realizzare il suo sogno.

5 commenti:

  1. grazie prof con questo testo impareremo alla grande!!! ;-)

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  2. letto tutto!!!
    mi è piaciuta molto la parte in cui si parlava degli strati.

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  3. molto interessante e approfondito!!! :D

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  4. a me piace molto la maschera del re agamennone e spero di costruirla anche in arte con il foglio di rame!

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